giovedì 24 novembre 2011

IL LIBRO. parte 2

          Miguel era l'unico figlio di Pedro e Fernanda, nato ventisei anni prima, nel maggio del ottantacinque, nel ospedale della vicina Viana do Castelo. I suoi genitori erano persone semplici senza molto da chiedere alla vita, questo perché tutti e due avevano avuto la fortuna di avere famiglie benestanti, non ricchissime ma con abbastanza dote da permettersi di inseguire i propri sogni. Lei aveva studiato filosofia, era sempre stata una amante incredibile dei libri e del libero pensiero, ma dopo aver conosciuto all'università il futuro padre di Miguel ha deciso di fare la donna di casa, cosa della quale era contentissima perché poteva fare molte delle cose che più amava al mondo, iniziando dalla passione per la letteratura passando per il giardinaggio fino alla cucina, della quale era una delle più grandi esponenti mondiali, sconosciuta, ma una chef incredibilmente raffinata. Sapeva fare un ratatouille che sarebbe stato l'invidia dei più famosi ristoranti francesi cosi come una paella spagnola oppure uno dei numerosi modi italiani di fare la pasta. Pedro invece, anche lui un grande amante della letteratura e della cucina, per questo gli era stato facile conquistare Fernanda, era un osservatore delle persone, della mente, del cuore, aveva una curiosità incontenibile riguardo agli comportamenti umani, era un predestinato della psicologia, infatti a quindici anni aveva già letto tutti i libri di Freud. Quando fecce l'esame per l'ammissione alla facoltà di psicologia sapeva già molto di più di psicanalisi e personalità e percezione di quanto molti suoi compagni non avrebbero imparato in cinque anni di scuola.
La storia dei due era stata praticamente una storia perfetta, un po come sembravano le loro vite come persone singole. Si sono conosciuti a poco tempo dall'inizio dell'università, in dicembre, nella biblioteca, in una giornata tipicamente invernale del nord portoghese, pioggia, vento e freddo. Stavano cercando negli scaffali lo stesso libro, “L'insostenibile leggerezza dell'essere. Si erano innamorati quasi all'istante, facendo ricordare quelle storie che parlano di anime di innamorati che vagano per l'universo in cerca dell'anima gemella dalla quale sono stati separati secoli prima e dopo tre o quattro reincarnazioni finalmente si rincontravano per portare a termine il loro amore. Dopo quella sera sono diventati inseparabili, a cena, a pranzo, studiando, a vedere un film, incontri con gli altri amici, sempre insieme ed infine il passo importante, a vivere nello stesso appartamento. Dopo due anni ci fu il matrimonio e dopo altri tre, alla fine dell'università, nacque Miguel. Tutto andava perfettamente, Fernanda si godeva in pieno la vita da casalinga e madre e Pedro riusci ad aprire uno studio privato di psicologia. Gli anni passavano ed il loro amore e la loro felicità era sempre la stessa, il loro figlio stava crescendo e cominciava a dimostrare che era fato della loro pasta, che era loro figlio, intuito ed intelligenza, bellezza e personalità.
La loro vita era perfetta, ma, la perfezione non esiste e quando ci si avvicina troppo c'è sempre qualcosa che si mette in mezzo e fa prendere una brutta piega alle cose. E quella piega ci fu.

© Gabriel Marin, 2011

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